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CABELO ARRIBAS – LE PARETI COME UNA GALLERIA D’ARTE

Da Giornale di Brescia – 7 gennaio 2024

Brescia, nello studio di architettura Dodici, in via Quarto dei Mille 7, da qualche anno passano diversi artisti e artiste. Lo studio mette a disposizione le sue pareti come fosse una piccola galleria d’arte per dare la giusta visibilità alla creatività che merita di essere mostrata.

Alla sua ottava edizione, il progetto vede protagonista quest’anno Juan Cabello Arribas. “Abbiamo allestito la sua mostra sotto Natale e proseguirà fino alla fine di febbraio” ci racconta l’architetto Marco Cillis, “in modo che chi passi dallo studio possa godere delle opere. É un ringraziamento per i collaboratori, gli artigiani e i clienti con cui lavoriamo durante l’anno, ma è soprattutto perchè crediamo ancora alla funzione sociale del mestiere dell’architetto che ospitiamo questo tipo di iniziative, proponendo espressioni artistiche complementari all’architettura e ricerche intorno allo spazio. Dopo pittori, scultori, light artist  e lavoratori del metallo, quest’anno abbiamo invitato un architetto”.

Classe 1973, Juan Cabello Arribas è madrileno, lavora a Londra e il suo lavoro è interdisciplinare, con un occhio attento all’architettura, ma anche all’arte, alla botanica e all’ecologia. Lo si vede bene nelle opere esposte, raccolte sotto al titolo “Transecologia”. Cillis lo trova particolarmente affine allo studio: i collage digitali e analogici si carta alle pareti partono attorno ad una ricerca artistica e iconografica che si interroga sul ruolo dell’architettura in una visione più ecologica dello spazio. “Ci sono paesaggi tratti dalla storia dell’arte e citazioni visive che si sovrappongono” spiega Cillis ” ma anche macchine di inizio secolo che nella visone dell’artista producono fiori e vegetazione”. Il senso ultimo delle opere, esteticamente accattivanti anche nei colori e nelle composizioni, è quello di fare comprendere a chi guarda anche gli aspetti più tecnici del “fare architettura” dovrebbero sempre più rispondere a una vocazione di sostenibilità non più trascurabile, facendo la propria parte nella catena di connessioni ecologiche.

Sara Polotti