PIAZZALE SCOGLI ROSSI
RIQUALIFICAZIONE DEL PIAZZALE SCOGLI ROSSI AD ARBATAX
La proposta progettuale nasce dall'idea di formare un percorso che, partendo dal paesaggio urbano e territoriale, si inerpica sul promontorio ed invade il vuoto del Piazzale attraverso l'architettura il cui sviluppo è una lunga passeggiata che riscrive il senso di tensione verso l'ignoto, l'orizzonte e il mare. Il progetto cerca quindi di confrontarsi con quella parte più delicata del situ, il fronte cava, attraverso una proposta progettuale che ha come perno un percorso paesaggistico che comprende tutto il promontorio e che è in grado di generare un luogo ed ampliare il rapporto che si stabilisce tra la persona e l'ambiente che la riceve. La passeggiata sarà intervallata da microarchitetture [esistenti e di progetto] che hanno l'importante compito di scandire lo spazio per fermarsi ed osservare. L'uomo conquista il paesaggio attraverso lo sguardo, l'architettura è il tramite e l'artefice di questa relazione percettiva. Si lavora sui materiali del paesaggio e sul paesaggio come materia. Si organizza e si dispone l'architettura [i muri, le solette, i calpestii, le piccole architetture] per produrre visuali mirate. L'architettura funge quindi da importante connettore paesaggistico e accoglie le funzioni, esistenti e di progetto: l’info point/biglietteria e l'auditorium, il centro “Rocce rosse blues”, un centro d'informazione territoriale, uno sport center, un servizio bar/ristoro, uno storage per la balneazione oltre a naturalmente i servizi pubblici come bagni e cabine. Alla quota della copertura, viene insediato un giardino lineare che rappresenta tutte le specie endemiche costiere della Sardegna. Diverrà così una sorta di viaggio simbolico dove i due estremi del percorso sono rappresentati dal Promontorio di Arbatax, tra di essi si succederanno diverse cromie e fioriture. Un input necessario per trasformare Arbatax in una nuova porta della Sardegna, un percorso botanico che abbiamo chiamato appunto “da Arbatax ad Arbatax”.
Progetto realizzato con l'Arch. Paolo Mestriner e l'Arch. Massimiliano Spadoni